Sulla Casa Vacanze e su Alezio
Perché “Li Picciotti”?
Nella pagina di wikipedia dedicata alla storia di Alezio, (http://it.wikipedia.org/wiki/Alezio), si legge:
“……. Per registrare una ripresa del casale bisogna arrivare al 1714-15, quando due proprietari terrieri, Antonio Coppola prima e Francesco Alemanno (detto “picciotto”) poi, concessero in enfiteusi il terreno ad alcuni contadini.
La tradizione vuole che in onore di quest’ultimo, Casal d’Alezio venisse chiamato Villa Picciotti ….”.
Da allora fino ai giorni nostri, oltre che Aletini, gli abitanti di Alezio amano definirsi Picciuttari e non è infrequente che alla domanda sulla loro provenienza essi amino rispondere “sono de Li Picciotti”
Storia, natura, gastronomia, artigianato e, non ultima, la cordialità de li Picciuttari concorrono a rendere unica la permanenza in questa deliziosa località.
Le antiche vestigia sono testimoniate dalla necropoli Messapica con le sue tombe e manufatti esposti in parte nel museo civico di Palazzo Tafuri, dalla duecentesca Basilica della Lizza e dalle più recenti ottocentesche residenze di campagna.
Le passeggiate nelle campagne circostanti porteranno a contatto con un territorio dominato da ulivo e vite, alternati da profumati agrumeti, piccole produzioni orticole e isolati alberi di mandorlo, fico, fico d’india, carrubo, pere, susine ecc. il tutto limitato dagli onnipresenti muretti a secco spesso coperti da siepi di mortella (mirto) e rovo; non sarà improbabile l’incontro con pastori che portano le greggi al pascolo e qua e la si potranno scorgere i tipici “furnieddhri” (costruzioni trulliformi, ma non trulli) in pietra rigorosamente a secco.
In alternativa alla campagna e con un po’ di attenzione, si potrà visitare l’incredibile mondo delle cave di tufo di Daliano con la sua chiesetta dedicata alla madonna dei cavapietre ……. Daliano è la contrada, al confine con il comune di Gallipoli, dove da secoli si estrae la pietra carparo usata prima ed esclusivamente per la costruzione ed ora valorizzata soprattutto come pietra decorativa per finiture ed abbellimenti di facciate o di particolari di edifici.
Da sempre considerato un luogo brullo e pericoloso, è stato recentemente rivalutato e messo, per quanto possibile, in sicurezza grazie alla passione di semplici cittadini che, vuoi per devozione alla madonna …… , vuoi per amore per il carparo ……..
In paese e negli immediati dintorni i nostri ospiti potranno acquistare prodotti di tradizione artigiana (manufatti in pietra leccese, pietra carparo e la famosissima cartapesta leccese), frutta, verdura, ortaggi , olio d’oliva e vino prodotti direttamente dalle famiglie del posto, la tradizionale cotognata leccese, l’inimitabile e squisito pasticciotto, caratteristico dolce locale alla crema, la pasta e la granita di mandorla, oltre a vini pregiati, olii, conserve e latticini prodotti da prestigiose aziende locali.
Negli immediati dintorni: Il curioso turista potrà tuffarsi nel passato e restare incantato ammirando i siti d’arte espressione di secoli di fulgida storia, densi di monumenti (le famose Chiese e i monumenti barocchi e medievali, gli scavi archeologici) che sono preziose testimonianze delle antiche origini e della plurimillenaria storia.
Scoprirà i segreti affascinanti della bellezza della costa con le spiagge, le calette, le grotte carsiche che si susseguono in uno scenario fiabesco e variegato, inframmezzato qua e là da una torre Spagnola o Saracena in mezzo a oleandri e fichi d’india, mentre, sotto, il mare è dovunque di un azzurro incredibile. Qua e là il turista potrà sostare nei vari paesini e villaggi della costa dove troverà pesce di scoglio e squisiti ricci di mare appena pescati e caratteristiche trattorie dove “rifocillarsi”.
Scoprirà la natura incontaminata dell’entroterra dove, ovunque, dominano ulivo e vite che si alternano a campi di tabacco, a giardini spesso recintati da filari di fichi d’india o muretti a secco e ad antiche masserie che spuntano in mezzo al verde, dove la terra profuma di erbe aromatiche della macchia mediterranea.
Talora, tra le distese di ulivi spesso dai tronchi contorti simili a convulse fantasie barocche, si nasconde l’ingresso di un vecchio frantoio o un dolmen o un menir.
… ovunque accolti dalla naturale cordialità e sollecitudine del popolo Salentino